La mia e' quasi una dichiarazione d'amore...

La calda e intima atmosfera della composizione è frutto della capacità tecnica di Rembrandt, la luce caraveggesca che colpisce i personaggi, li ricopre di un velato misticismo. La forma dei soggetti, infatti, prende corpo grazie al forte ma equilibrato gioco di luci e ombre. Molti quadri hanno condizionato e inspirato la scelta della nostra messa in scena. Era nell’interesse della regista Rosi Martino pensare e guardare alla scala de “il filosofo in meditazione” come ad una metafora.
La scala intellectus è una graduazione della conoscenza, da Platone ritenuta necessaria per raggiungere il gradino più elevato, cioè la conoscenza dialettica delle idee che Rembrandt traduce su tela cosi’ come Rosi Martino l’ha interpretata in teatro.
Folgorata dalla forza centrifuga della scala, pensava che questa potesse rappresentare sul palcoscenico quel giusto movimento che aveva in mente per la scena della ricerca affannosa della porta tanto inseguita dalla sposa di Barbablu’.

Alberto - 24.07.2007

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Se posso dare il mio modesto parere secondo me in tutta la rappresentazione manca un collante che renda traducibile cosa e' per voi l'incomunicabilita'. Certo e' pur vero che il vostro e' teatro sperimentale ma deve essere pur sempre letto dal pubblico. Comunque molto brave le due interpreti femminili e l'idea dei pensieri che prendevano forma, anche se li avrei pensati un po' meno statici, complimenti anche alla fastidiosa zanzara.

Anonimo ha detto...

Bravi ragazzi suggestiva la scena di Barbablu'. E' il caso di dire che interpretazione e musica si sono sposate bene...

Anonimo ha detto...

Ci fate sapere se farete delle repliche dello spettacolo?